Lettura del libro dell’Ecclesiaste a cura di Domenico Visigalli. Ogni capitolo è diviso da un intermezzo musicale.

Lettura della Bibbia Anno 2006.

Evangelista: Domenico Visigalli.

Qui sotto puoi ascoltare l’intera lettura del libro dell’Ecclesiaste. Sotto il player potrai visionare l’intero testo dell’Ecclesiaste così com’è riportato nella Bibbia. In seguito, sotto il testo, troverai l’opportunità di scaricare la traccia audio. Nel nostro sito è disponibile, inoltre, un Seminario dal titolo: La vita dell’uomo nel libro dell’Ecclesiaste, che è un interessantissimo commento a questo particolare libro dell’Antico Testamento. Clicca qui per aprire la pagina.

Lettura audio

■ Lettura del libro dell’Ecclesiaste

Vanità di tutte le cose

1 Parole dell’Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme. 2Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità. 3Che profitto ha l’uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole? 4Una generazione se ne va, un’altra viene, e la terra sussiste per sempre. 5Anche il sole sorge, poi tramonta, e si affretta verso il luogo da cui sorgerà di nuovo. 6Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri. 7Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, continuano a dirigersi sempre. 8Ogni cosa è in travaglio, più di quanto l’uomo possa dire; l’occhio non si sazia mai di vedere e l’orecchio non è mai stanco di udire. 9Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole. 10C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto. 11Non rimane memoria delle cose d’altri tempi; così di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno più tardi.

Vanità della saggezza umana

12Io, l’Ecclesiaste, sono stato re d’Israele a Gerusalemme, 13e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino. 14Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. 15Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato. 16Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sì, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza». 17Ho applicato il cuore a conoscere la saggezza, e a conoscere la follia e la stoltezza; ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento. 18Infatti, dov’è molta saggezza c’è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

Vanità dei piaceri, delle ricchezze e del lavoro

2 Io ho detto in cuor mio: «Andiamo! Ti voglio mettere alla prova con la gioia, e tu godrai il piacere!» Ed ecco che anche questo è vanità. 2Io ho detto del riso: «È una follia»; e della gioia: «A che giova?» 3Io presi in cuor mio la decisione di abbandonare la mia carne alle attrattive del vino e, pur lasciando che il mio cuore mi guidasse saggiamente, di attenermi alla follia, per vedere ciò che è bene che gli uomini facciano sotto il cielo, durante il numero dei giorni della loro vita. 4Io intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne; 5mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; 6mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; 7comprai servi e serve, ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; 8accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero. 9Così divenni grande e superai tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; la mia saggezza rimase essa pure sempre con me. 10Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia; poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata d’ogni mia fatica. 11Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole.

La stessa sorte per tutti

12Allora mi misi a esaminare la saggezza, la follia e la stoltezza. –Che farà l’uomo che succederà al re? Quello che già è stato fatto. – 13E vidi che la saggezza ha un vantaggio sulla stoltezza, come la luce ha un vantaggio sulle tenebre. 14Il saggio ha gli occhi in testa, mentre lo stolto cammina nelle tenebre; ma ho riconosciuto pure che tutti e due hanno la medesima sorte. 15Perciò ho detto in cuor mio: «La sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me; perché dunque essere stato così saggio?» E ho detto in cuor mio che anche questo è vanità. 16Infatti, tanto del saggio quanto dello stolto non rimane ricordo eterno; poiché nei giorni futuri tutto sarà da tempo dimenticato. Purtroppo il saggio muore, al pari dello stolto! 17Perciò ho odiato la vita, perché tutto quello che si fa sotto il sole mi è divenuto odioso, poiché tutto è vanità, un correre dietro al vento. 18Ho anche odiato ogni fatica che ho sostenuta sotto il sole, e di cui debbo lasciare il godimento a colui che verrà dopo di me. 19Chi sa se egli sarà saggio o stolto? Eppure sarà padrone di tutto il lavoro che io ho compiuto con fatica e con saggezza sotto il sole. Anche questo è vanità. 20Così sono arrivato a far perdere al mio cuore ogni speranza su tutta la fatica che ho sostenuta sotto il sole. 21Infatti, ecco un uomo che ha lavorato con saggezza, con intelligenza e con successo, e lascia il frutto del suo lavoro in eredità a un altro, che non vi ha speso nessuna fatica! Anche questo è vanità, è un male grande. 22Allora, che profitto trae l’uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto ciò che gli è costato tanta fatica sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità. 24Non c’è nulla di meglio per l’uomo del mangiare, del bere e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene; ma anche questo ho visto che viene dalla mano di Dio. 25Infatti, chi senza di lui può mangiare o godere? 26Poiché Dio dà all’uomo che egli gradisce, saggezza, intelligenza e gioia; ma al peccatore lascia il compito di raccogliere, di accumulare, per lasciare poi tutto a colui che è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento.

Per tutte le cose c’è un tempo fissato da Dio

3 Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: 2un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato; 3un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per demolire e un tempo per costruire; 4un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare; 5un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; 6un tempo per cercare e un tempo per perdere; un tempo per conservare e un tempo per buttar via; 7un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare; 8un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace. 9Che profitto trae dalla sua fatica colui che lavora? 10Io ho visto le occupazioni che Dio dà agli uomini perché vi si affatichino. 11Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, sebbene l’uomo non possa comprendere dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatta. 12Io ho riconosciuto che non c’è nulla di meglio per loro del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, 13ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, è un dono di Dio. 14Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c’è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano.15Ciò che è, è già stato prima, e ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch’è passato.

L’Ecclesiaste paragona l’uomo agli animali

16Ho anche visto sotto il sole che nel luogo stabilito per giudicare c’è empietà, e che nel luogo stabilito per la giustizia c’è empietà, 17e ho detto in cuor mio: «Dio giudicherà il giusto e l’empio poiché c’è un tempo per il giudizio di qualsiasi azione e, nel luogo fissato, sarà giudicata ogni opera». 18Io ho detto in cuor mio: «Cosi è a causa dei figli degli uomini, perché Dio li metta alla prova, ed essi stessi riconoscano che non sono che bestie». 19Infatti, la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l’uno, così muore l’altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l’uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. 20Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere. 21Chi sa se il soffio dell’uomo sale in alto, e se il soffio della bestia scende in basso nella terra? 22Io ho dunque visto che non c’è nulla di meglio per l’uomo del rallegrarsi nel compiere il suo lavoro; tale è la sua parte; infatti, chi potrà farlo tornare per godere di ciò che verrà dopo di lui?

I mali e i tormenti della vita

4 Mi sono messo poi a considerare tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole; ed ecco, le lacrime degli oppressi, i quali non hanno chi li consoli; da parte dei loro oppressori c’è la violenza, mentre quelli non hanno chi li consoli. 2Perciò ho stimato i morti, che sono già morti, più felici dei vivi, che sono vivi tuttora; 3più felice degli uni e degli altri è colui che non è ancora venuto all’esistenza, e non ha ancora visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. 4Ho anche visto che ogni fatica e ogni buona riuscita nel lavoro provocano invidia dell’uno contro l’altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento. 5Lo stolto incrocia le braccia e divora la sua carne. 6Vale più una mano piena, con riposo, che entrambe le mani piene, con travaglio e corsa dietro al vento. 7Ho anche visto un’altra vanità sotto il sole: 8un tale è solo, senza nessuno che gli stia vicino; non ha né figlio né fratello, e tuttavia si affatica senza fine, i suoi occhi non si saziano mai di ricchezze. Non riflette: «Ma per chi dunque mi affatico e mi privo di ogni bene?» Anche questa è una vanità, un’ingrata occupazione. 9Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. 10Infatti, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz’avere un altro che lo rialzi! 11Cosi pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi? 12Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto. 13Meglio un ragazzo povero e saggio che un re vecchio e stolto che non sa più ascoltare i consigli. 14È uscito di prigione per essere re: egli, che era nato povero nel suo futuro regno. 15Ho visto tutti i viventi che vanno e vengono sotto il sole unirsi al ragazzo che doveva succedere al re e regnare al suo posto. 16Era immensa la moltitudine di tutti coloro alla cui testa egli si trovava. Eppure, quelli che verranno in seguito non si rallegreranno di lui! Anche questo è vanità, e un correre dietro al vento.

Il pericolo della lingua

5 Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio e avvicinati per ascoltare, anziché per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure che fanno male.
2Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; le tue parole siano dunque poche; 3poiché con le molte occupazioni vengono i sogni, e con le molte parole, i ragionamenti insensati. 4Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; perché egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto. 5Meglio è per te non far voti, che farne e poi non adempierli. 6Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole; non dire davanti al messaggero di Dio: «È stato uno sbaglio». Dio dovrebbe forse adirarsi per le tue parole e distruggere l’opera delle tue mani? 7Infatti, se vi sono vanità nei molti sogni, ve ne sono anche nelle molte parole; perciò temi Dio!

Illusione delle ricchezze

8Se vedi nella provincia l’oppressione del povero e la violazione del diritto e della giustizia, non te ne meravigliare; poiché sopra un uomo in alto veglia uno che sta più in alto, e sopra di loro sta un Altissimo. 9Ma vantaggioso per un paese è, per ogni rispetto, un re, che si occupi dei campi. 10Chi ama l’argento non è saziato con l’argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità. 11Quando abbondano i beni, abbondano anche quelli che li mangiano; e quale vantaggio ne viene ai possessori, se non di vedere quei beni con i loro occhi? 12Dolce è il sonno del lavoratore, abbia egli poco o molto da mangiare; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire. 13C’è un male grave che io ho visto sotto il sole; delle ricchezze conservate dal loro possessore, per sua sventura. 14Queste ricchezze vanno perdute per qualche avvenimento funesto; e se ha generato un figlio, questi resta senza nulla in mano. 15Uscito nudo dal grembo di sua madre, quel possessore se ne va com’era venuto; di tutta la sua fatica non può prendere nulla da portare con sé. 16Anche questo è un male grave: che egli se ne vada tale e quale era venuto; qual profitto gli viene dall’avere faticato per il vento? 17Per di più, durante tutta la vita egli mangia nelle tenebre e ha molti fastidi, malanni e crucci.
18Ecco quello che ho visto: buona e bella cosa è per l’uomo mangiare, bere, godere del benessere in mezzo a tutta la fatica che egli sostiene sotto il sole, tutti i giorni di vita che Dio gli ha dati; poiché questa è la sua parte. 19E ancora se Dio ha dato a un uomo ricchezze e tesori, e gli ha dato potere di goderne, di prenderne la sua parte e di gioire della sua fatica, è questo un dono di Dio; 20un tale uomo infatti non si ricorderà troppo dei giorni della sua vita, poiché Dio gli concede gioia nel cuore.

Insoddisfazione dell’uomo

6 C’è un male che ho visto sotto il sole e che grava di frequente sugli uomini: 2eccone uno a cui Dio dà ricchezze, tesori e gloria, al punto che nulla gli manca di tutto ciò che può desiderare, ma Dio non gli dà il potere di goderne; ne gode uno straniero. Ecco una vanità, un male grave. 3Se uno generasse cento figli, vivesse molti anni tanto che i giorni dei suoi anni si moltiplicassero, se egli non si sazia di beni e non ha sepoltura, io dico che un aborto è più felice di lui; 4perché l’aborto nasce invano, se ne va nelle tenebre e il suo nome resta coperto di tenebre; 5non ha neppure visto né conosciuto il sole e tuttavia ha più riposo di quell’altro. 6Anche se questi vivesse due volte mille anni, se non gode benessere, a che scopo? Non va tutto a finire in un medesimo luogo? 7Tutta la fatica dell’uomo è per la sua bocca, però l’appetito suo non è mai sazio. 8Che vantaggio ha il saggio sullo stolto? O che vantaggio ha il povero che sa come comportarsi in presenza dei viventi? 9Vedere con gli occhi vale più del lasciare vagare i propri desideri. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento. 10Ciò che esiste è già stato chiamato per nome da tempo, ed è noto che cosa l’uomo è, e che non può contendere con Colui che è più forte di lui. 11Moltiplicare le parole significa moltiplicare la vanità; che vantaggio ne viene all’uomo? 12Infatti, chi può sapere ciò che è buono per l’uomo nella sua vita, durante tutti i giorni della sua vita vana, che egli passa come un’ombra? Chi sa dire all’uomo quel che sarà dopo di lui sotto il sole?

Le prove, la saggezza e la moderazione

7 Una buona reputazione vale più dell’olio profumato; e il giorno della morte, è meglio del giorno della nascita. 2È meglio andare in una casa in lutto, che andare in una casa in festa; poiché là è la fine di ogni uomo, e colui che vive vi porrà mente. 3La tristezza vale piú del riso; poiché quando il viso è afflitto, il cuore diventa migliore. 4Il cuore del saggio è nella casa del pianto; ma il cuore degli stolti è nella casa della gioia. 5Vale più udire la riprensione del saggio, che udire la canzone degli stolti. 6Infatti, qual è lo scoppiettio dei pruni sotto una pentola, tal è il riso dello stolto. Anche questo è vanità. 7Certo l’oppressione rende insensato il saggio, e il dono fa perdere il senno. 8Vale più la fine di una cosa, che il suo principio; e lo spirito paziente vale più dello spirito altero. 9Non ti affrettare a irritarti nello spirito tuo, perché l’irritazione riposa in seno agli stolti. 10Non dire: «Come mai i giorni di prima erano migliori di questi?», poiché non è da saggio domandarsi questo. 11La saggezza è buona quanto un’eredità, e anche di più, per quelli che vedono il sole. 12Infatti, la saggezza offre un riparo, come l’offre il denaro; ma l’eccellenza della scienza sta in questo, che la saggezza fa vivere quelli che la possiedono. 13Considera l’opera di Dio; chi potrà raddrizzare ciò che egli ha reso curvo? 14Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell’avversità rifletti. Dio ha fatto l’uno come l’altro, affinché l’uomo non scopra nulla di ciò che sarà dopo di lui. 15Ho visto tutto questo nei giorni della mia vanità. C’è un tale giusto che perisce per la sua giustizia, e c’è un tale empio che prolunga la sua vita con la sua malvagità. 16Non essere troppo giusto, e non farti troppo saggio: perché vorresti rovinarti? 17Non essere troppo empio, e non essere stolto; perché dovresti morire prima del tempo? 18È bene che tu ti attenga fermamente a questo, e che non allontani la mano da quello; chi teme Dio, infatti evita tutte queste cose. 19La saggezza dà al saggio più forza che non facciano dieci capi in una città.20Certo, non c’è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai. 21Non porre dunque mente a tutte le parole che si dicono, per non sentirti maledire dal tuo servo; 22poiché il tuo cuore sa che spesso anche tu hai maledetto altri.

La saggezza non si trova quaggiù

23Io ho esaminato tutto questo con saggezza. Ho detto: «Voglio acquistare saggezza»; ma la saggezza è rimasta lontano da me. 24Una cosa che è tanto lontana e tanto profonda chi potrà trovarla? 25Io mi sono applicato in cuor mio a riflettere, a investigare, a cercare la saggezza e il perché delle cose, e a riconoscere che l’empietà è una follia e la stoltezza una pazzia; 26e ho trovato una cosa più amara della morte: la donna tutta tranelli, il cui cuore non è altro che reti, e le cui mani sono catene; chi è gradito a Dio le sfugge, ma il peccatore rimane preso da lei. 27«Ecco, questo ho trovato», dice l’Ecclesiaste, «dopo aver esaminato le cose una ad una per afferrarne la ragione; 28ecco quello che io cerco ancora, senza averlo trovato: un uomo fra mille, l’ho trovato; ma una donna fra tutte, non l’ho trovata. 29Questo soltanto ho trovato: che Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi».

Riflessioni varie

8 Chi è come il saggio? E chi conosce la spiegazione delle cose? La saggezza di un uomo gli rischiara il viso, e la durezza del suo volto ne è mutata.
2Io ti dico: «Osserva gli ordini del re»; e questo, a causa del giuramento che hai fatto davanti a Dio. 3Non ti affrettare ad allontanarti dalla sua presenza e non persistere in una cosa cattiva; egli, infatti, può fare tutto quello che gli piace, 4perché la parola del re è potente; e chi gli può dire: «Che fai?» 5Chi osserva il comandamento non conosce disgrazia, e il cuore dell’uomo saggio sa che c’è un tempo e un giudizio; 6perché per ogni cosa c’è un tempo e un giudizio; poiché la malvagità dell’uomo pesa gravemente addosso a lui. 7L’uomo, infatti, non sa quel che avverrà; poiché chi gli dirà come andranno le cose? 8Non c’è uomo che abbia potere sul vento per poterlo trattenere, o che abbia potere sul giorno della morte; non c’è congedo in tempo di guerra, e l’iniquità non può salvare chi la commette. 9Ho visto tutto questo e ho posto mente a tutto quello che si fa sotto il sole, quando l’uomo domina sugli uomini per loro sventura. 10Ho visto allora degli empi ricevere sepoltura ed entrare nel loro riposo, e di quelli che si erano comportati con rettitudine andarsene lontano dal luogo santo ed essere dimenticati nella città. Anche questo è vanità. 11Siccome la sentenza contro un’azione cattiva non si esegue prontamente, il cuore dei figli degli uomini è pieno della voglia di fare il male. 12Sebbene il peccatore faccia cento volte il male, e anche prolunghi i suoi giorni, tuttavia io so che il bene è per quelli che temono Dio, che provano timore in sua presenza. 13Ma non c’è bene per l’empio ed egli non prolungherà i suoi giorni come fa l’ombra che si allunga, perché non prova timore in presenza di Dio. 14C’è una vanità che avviene sulla terra; ed è che vi sono dei giusti i quali sono trattati come se avessero fatto l’opera degli empi, e ci sono degli empi i quali sono trattati come se avessero fatto l’opera dei giusti. Io ho detto che anche questo è vanità. 15Così io ho lodato la gioia, perché non c’è per l’uomo altro bene sotto il sole, fuori del mangiare, del bere e del gioire; questo è quello che lo accompagnerà in mezzo al suo lavoro, durante i giorni di vita che Dio gli dà sotto il sole.
16Quando ho applicato il mio cuore a conoscere la saggezza e a considerare le cose che si fanno sulla terra, perché gli occhi dell’uomo non godono sonno né giorno né notte, 17allora ho scrutato tutta l’opera di Dio e ho visto che l’uomo è impotente a spiegare quello che si fa sotto il sole; egli ha un bell’affaticarsi a cercarne la spiegazione; non riesce a trovarla; e anche se il saggio pretende di saperla, non però può trovarla.

L’uomo da solo non può risolvere i suoi problemi

9 Sì, io ho applicato a tutto questo il mio cuore, e ho cercato di chiarirlo: che cioè i giusti e i saggi e le loro opere sono nelle mani di Dio; l’uomo non sa neppure se amerà o se odierà; tutto è possibile. 2Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l’empio, il buono e puro e l’impuro, chi offre sacrifici e chi non li offre; tanto è il buono quanto il peccatore, tanto è colui che giura quanto chi teme di giurare. 3Questo è un male fra tutto quello che si fa sotto il sole: che tutti abbiano una medesima sorte; così il cuore dei figli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore mentre vivono; poi se ne vanno ai morti. 4Per chi è associato a tutti gli altri viventi c’è speranza; perché un cane vivo vale più di un leone morto. 5Infatti, i viventi sanno che moriranno; ma i morti non sanno nulla, e per essi non c’è più salario; poiché la loro memoria è dimenticata. 6Il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno piú né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole.
7Va’, mangia il tuo pane con gioia, e bevi il tuo vino con cuore allegro, perché Dio ha già gradito le tue opere. 8Siano le tue vesti bianche in ogni tempo, e l’olio non manchi mai sul tuo capo. 9Godi la vita con la moglie che ami, per tutti i giorni della vita della tua vanità, che Dio ti ha data sotto il sole per tutto il tempo della tua vanità; poiché questa è la tua parte nella vita, in mezzo a tutta la fatica che sostieni sotto il sole. 10Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza.
11Io mi sono rimesso a considerare che sotto il sole, per correre non basta essere agili, né basta per combattere essere valorosi, né essere saggi per avere del pane, né essere intelligenti per avere delle ricchezze, né essere abili per ottenere favore; poiché tutti dipendono dal tempo e dalle circostanze. 12L’uomo, infatti, non conosce la sua ora; come i pesci che sono presi nella rete fatale e come gli uccelli che sono colti nel laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo dell’avversità, quando essa piomba su di loro improvvisa. 13Ho visto sotto il sole anche questo esempio di saggezza che mi è parsa grande. 14C’era una piccola città, con dentro pochi uomini; un gran re le marciò contro, la cinse d’assedio e le costruì contro dei grandi bastioni. 15Ora, in essa si trovò un uomo povero e saggio che con la sua saggezza salvò la città. Eppure nessuno conservò ricordo di quell’uomo povero. 16 Allora io dissi: «La saggezza vale più della forza»; ma la saggezza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate. 17Le parole dei saggi ascoltate nella tranquillità valgono più delle grida di chi domina fra gli stolti. 18La saggezza vale più degli strumenti di guerra; ma un solo peccatore distrugge un gran bene.

Riflessioni sulla follia

10 Le mosche morte fanno puzzare e imputridire l’olio del profumiere: un po’ di follia guasta il pregio della saggezza e della gloria. 2Il saggio ha il cuore alla sua destra, ma lo stolto l’ha alla sua sinistra. 3Anche quando lo stolto va per la via, il senno gli manca e mostra a tutti che è uno stolto. 4Se il sovrano si adira contro di te, non lasciare il tuo posto; perché la dolcezza evita grandi peccati. 5C’è un male che ho visto sotto il sole, un errore che proviene da chi governa: 6che, cioè, la stoltezza occupa posti altissimi e i ricchi seggono in luoghi bassi. 7Ho visto degli schiavi a cavallo e dei principi camminare a piedi come gli schiavi.
8Chi scava una fossa vi cadrà dentro, e chi demolisce un muro sarà morso dalla serpe. 9Chi smuove le pietre ne rimarrà contuso, e chi spacca la legna corre un pericolo. 10Se il ferro perde il taglio e uno non lo arrota, bisogna che raddoppi la forza; ma la saggezza ha il vantaggio di riuscire sempre. 11Se il serpente morde prima di essere incantato, l’incantatore diventa inutile. 12Le parole della bocca del saggio sono piene di grazia; ma le labbra dello stolto sono causa della sua rovina. 13Il principio delle parole della sua bocca è stoltezza e la fine del suo dire è malvagia pazzia. 14Lo stolto moltiplica le parole; eppure l’uomo non sa quel che gli avverrà; e chi gli dirà quel che succederà dopo di lui? 15La fatica dello stolto lo stanca, perché egli non sa neppure la via della città. 16Guai a te, o paese, il cui re è un bambino e i cui principi mangiano fin dal mattino! 17Beato te, o paese, il cui re è di nobile stirpe e i cui principi si mettono a tavola al tempo convenevole, per ristorare le forze e non per ubriacarsi! 18Per la pigrizia sprofonda il soffitto; per la rilassatezza delle mani piove in casa. 19Il convito è fatto per gioire, il vino rende gaia la vita, e il denaro risponde a tutto.20Non maledire il re, neppure con il pensiero; e non maledire il ricco nella camera dove dormi; poiché un uccello del cielo potrebbe spargerne la voce e un messaggero alato pubblicare la cosa.

Del fare il bene mentre se ne ha il tempo

11 Getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai. 2Fanne parte a sette, e anche a otto, perché tu non sai che male può avvenire sulla terra. 3Quando le nuvole sono piene di pioggia, la riversano sulla terra; e se un albero cade verso il sud o verso il nord, dove cade, là rimane. 4Chi bada al vento non seminerà; chi guarda alle nuvole non mieterà. 5Come tu non conosci la via del vento, né come si formino le ossa in seno alla donna incinta, così non conosci l’opera di Dio, che fa tutto. 6Fin dal mattino semina la tua semenza e la sera non dar posa alle tue mani; poiché tu non sai quale dei due lavori riuscirà meglio: se questo o quello, o se ambedue saranno ugualmente buoni.
7La luce è dolce, ed è cosa piacevole agli occhi vedere il sole. 8Se dunque un uomo vive molti anni, si rallegri tutti questi anni e pensi ai giorni delle tenebre, che saranno molti; tutto quello che avverrà è vanità.

Il tempo favorevole per cercare Dio

12 Rallégrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio! 2Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l’aurora sono vanità. 3Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: «Io non ci ho più alcun piacere»; 4prima che il sole, la luce, la luna e le stelle si oscurino, e le nuvole tornino dopo la pioggia: 5prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perché sono ridotte a poche, quelli che guardano dalle finestre si oscurano, 6i due battenti della porta si chiudono sulla strada perché diminuisce il rumore della macina; in cui l’uomo si alza al canto dell’uccello, tutte le figlie del canto si affievoliscono, 7in cui uno ha paura delle alture, ha degli spaventi mentre cammina, in cui fiorisce il mandorlo, la *locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto perché l’uomo se ne va alla sua dimora eterna e i piagnoni percorrono le strade; 8prima che il cordone d’argento si stacchi, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo; 9prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato. 10«Vanità delle vanità», dice l’Ecclesiaste, «tutto è vanità».

Timore di Dio e ubbidienza

11L’Ecclesiaste, oltre a essere un saggio, ha anche insegnato al popolo la scienza, e ha ponderato, scrutato e messo in ordine un gran numero di sentenze. 12L’Ecclesiaste si è applicato a trovare parole gradevoli; esse sono state scritte con rettitudine, e sono parole di verità. 13Le parole dei saggi sono come degli stimoli, e le collezioni delle sentenze sono come chiodi ben piantati; esse sono date da un solo pastore. 14Del resto, figlio mio, sta in guardia: si fanno dei libri in numero infinito; molto studiare è una fatica per il corpo. 15Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso:
Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo. 16Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male.

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